“Non c’è stato niente di meglio di quella stanza per dare un senso a tutti i momenti e ai tanti pezzetti scintillanti di vita che abbiamo consumato, disperso, lasciato esplodere insieme.
Per due ore, una notte o un week end alla volta, fino a neanche due stagioni fa, quella era la stanza segreta degli incontri impossibili.
Apparentemente lontana dal caos della Medina, immersa nella quiete di una discretissima Riad. In quella stanza ci si rifugiava nell’invisibilità e nel silenzio, inebriati dai nostri desideri e dalle nostre intenzioni.
Prima di quella stanza, solo sguardi, mezzi sorrisi, anime perse addossate a cuori palpitanti.
Prima di quella stanza, meravigliose bugie e basta. Lei, la stanza che ci accoglieva, era l’esatto contrario di noi: vuota, anonima, fin troppo oscura.
Non riesco a ricordare un solo colore, lì dentro.
Solo le infinite sfumature della nostra pelle nella penombra. Non riuscirei a ripetere per intero nessuna delle promesse e delle tiepide verità che, lì dentro, le nostre bocche si sono scambiate senza ritegno.
Giuro però che saprei raccontare per giornate intere, mesi, potessi anche in eterno, il ricordo di quel profumo avvolgente e assoluto.
La persistenza di quell’ambra. Il suo fascino avvolgente. Che era il tuo profumo. Che è stato il nostro. E che, a dispetto di tutto, resterà ancora a lungo con me.”