“Lo ricordo bene. Mio complice fu il vento, che mi accolse con il suo caldo benvenuto. Quel vento che soffiava da oriente e arrivava dappertutto. Imparai a conoscerlo e a fidarmi di lui. Era a tratti ingannevole ma sempre suadente.
Sapeva essere imprevedibile, vigoroso e sferzante. Sapeva trasformarsi in una lunga e insolente carezza. Altre volte, invece, si divertiva a scompigliarmi un po’ l’anima. Quel vento lo portai insieme a me per giorni. Settimane intere. Divenne il mio confidente, la mia guida. Sulle antiche mura di Eessaouira, ammirando l’oceano, quella brezza che sapeva di mimosa mi faceva una silenziosa ma perfetta compagnia.
A volte non mi occorreva altro che la sua presenza per essere in piena perfetta e sintonia con il mondo. Quando la stessa brezza mi sorprendeva rompendo il silenzio, e sussurrando qualcosa di nuovo e passando dalle mimose alle zagare in fiore, io la lasciavo fare.
Da allora quella dolce brezza è rimasta con me. Non ha cambiato direzione, intensità e vigore. E nessuna distanza tangibile impedirà alla mia pelle di fremere ancora al ricordo della sua insolente, deliziosa compagnia.”