“Lascio Marrakech e il suo affascinante caos. La mia anima torna a essere nomade e silenziosa.
Uno spirito berbero che appartiene al deserto e agli spazi sconfinati che emergono fra sabbia e cielo. La città ora è lontana. Il cammino è scandito da una sorta di canto interiore.
Una melodia del cuore e dei pensieri che dà ritmo e cadenza ai miei passi. Al cospetto del mio nuovo orizzonte, sensazioni eterne si preparano a pervadere tutti i miei sensi scatenandoli all’unisono.
Una precisa sequenza di brividi sulla pelle. Una deliziosa intermittenza che pulsa nell’anima con tutta l’intensità dei profumi dell’Atlas: legno di cedro, camomilla. E ancora, mandorla di Taza e artemisia.
Ogni volta che mi fermo ad ammirare l’orizzonte, ogni volta che riprendo il mio cammino, quelle sensazioni sono con me. E tornano a sorprendermi.
Le tengo sulla mia pelle, nella mia anima. E ne faccio nutrimento essenziale per il mio essere.”